mercoledì 22 febbraio 2012

Il caso aziendale:il limone di Ficarazzi

Il caso aziendale : Il limone di Ficarazzi

pubblicato da Luigi Rizzo il giorno sabato 26 febbraio 2011 alle ore 21.36 ·
Primo capitolo
Presentazione del caso aziendale nel contesto economico di  Ficarazzi

La globalizzazione ha portato, in quasi tutti i ficarazzesi, la convinzione che il limone è morto. Da economista ed
aziendalista voglio affrontare il tema che è stato analizzato dal Dottore Vincenzo Lo Meo nel libro "Il limone perduto".
Lo storico Antonino Morreale, nella presentazione del libro afferma che lo storico, si sa, fa solo autopsie. 
Quando il morto è morto ci spiega come, e magari come è nato e cresciuto. E così, ora che l'agrumicoltura a Bagheria e dintorni è finita, è giusto farne un bilancio, raccontarne la storia, ripercorrerne gli alti e bassi.
Anche l'economista e l'aziendalista effettua dell'analisi su singoli prodotti. Per l'aziendalista ogni prodotto ha una sua breve storia, nasce, cresce ed infine muore. Politica di marketing, nulla di eccezionale. Lo studio che mi accingo ad effettuare non riguarda un prodotto: il limone, ma una coltura ed una cultura millenaria.
Perchè una coltura ed una cultura millenaria? Nel 1977 frequentavo la Facoltà di Economia e Commercio di Palermo, mentre mi accingevo a raggiungere la stazione ferroviaria, lungo il viale delle scienze incontro un bagherese che frequentava la Facoltà di Lettere e mi chiede dove ero diretto, io risposi vado a Bagheria e Lui mi dice se vuoi ho un passaggio in macchina con un altro bagherese che lavora in segreteria.
Saliti in macchina, il segretario fa questa domanda: sapete il significato di Furra e vattali, ed io risposi che oltre a conoscerli ,li avevo pure zappati. Il segretario ribatte il vero compagno è quello che conosce la storia, le tradizioni e i termini che utilizzano i contadini bagheresi.
Fino al 2002 ero convinto che i termini furra, vattali, saia, gebbia, gibbiuni, turcinatu etc. fossero dei termini dialettali, quando ho partecipato alla presentazione di un libro: Gli arabi in Sicilia, modello irriguo della conca d'oro, mi sono reso conto che i termini che io avevo imparato da mio padre sono dei termini arabi.
 Sono nato nel 1956 in una casa piccola di 50 mq formata da due stanze: una camera da letto ed una cucina soggiorno,il bagno era posizionato nel sottoscala,  eravamo in sei a dormire nell'unica stanza da letto e fin dall'età di tre, quattro anni mi svegliavo alle 4 di mattina e facevo colazione con mio padre, un bel tazzone di latte col pane ed ogni mattina alle 4,30 io piangevo tutte le volte che mio padre con la sua bici 24 col portabagagli si recava in campagna lasciandomi a casa, raggiunta l'età di sei anni dopo le mie ripetute insistenze una mattina alle 4,30 mio padre mi carica sulla barra di ferro della bici che collega il sedile col manubio, arrivati in campagna mio padre iniziava ad arrimunnari ed a sbraccamari  lasciandomi il compito di ammanucchiare la ramaglia a fine giornata non ho lasciato un pezzetto di ramaglia non ammanucchiata, tornato a casa mio padre riferiva a mia madre del bel lavoro che avevo fatto quel giorno. L'indomani mattina stanco morto del lavoro fatto il giorno prima non mi svegliai come al solito, ma mio padre mi chiama dicendomi: alzati che è tardi il sole è già in mezzo alla strada sbrighiamoci perchè poi fa caldo e poi a jiurnata si fa di mattina presto, mi alzo, mangio il solito tazzone di latte col pane, esco e vedo un buio fitto,   salgo sempre nella solita barra di ferro e ci rechiamo sempre in contrada Lorenzo, solito lavoro mio padre arrimunna e sbraccama , io raccoglievo i limoni della ramaglia ed ammanucchiavo e mio padre vedendo che gli pestavo i piedi mi affida un altro compito quello di bruciare la ramaglia, ed a fine giornata non rimane un pezzettino di ramaglia, a fine settimana mio padre compra un'altra forbice per la rimonda una due buoi ben affilata e me la affida insegnandomi a togliere i cavigghiuna e le sancisuca salendo sopra la scala di legno a sei gradini, le giornate delle settimane successive erano articolate : la mattina presto ammanucchiavo e bruciavo la ramaglia ed arrivati alle 9,30 si faceva uno spuntino con pane  e mortadella oppure con pane e fillata, finito lo spuntino riprendevo la rimonda togliendo cavigghiuna e sancisuche. Terminata la rimonda , bisognava ngrizzare per abbivirari, mio padre si portava la furra mastra ossia quella dove scorreva l'acqua io mi portavo la furra secondaria, al ritorno  si zappavano i vattali e si arrascava il suolo partendo sempre dal basso fino ad arrivare nella furra mastra, finita di zappare la ringata si riprendeva al solito le due furre, i vattali e il suolo. I tempi di uno zappatore, in una giornata zappava due munneddi, ossia mezzo tumolo, perchè quattro munneddi formano un tumolo. Il limoneto di contrada Lorenzo che era di due tumoli e mezzo, io e mio padre lo zappavamo in tre giorni, il terzo giorno era il più leggero perchè finivamo intorno alle 9,30, ma poi la giornata continuava in contrada Gattarello un limoneto- uliveto di due tumoli, si iniziava da stancampiano, anche se il terreno è sempre in contrada Gattarello, ma poichè era una striscia di terreno pianeggiante che confinava con la contrada stancampiano, quella striscia veniva detta Stancampiano. Mi ricordo che si arrivava ogni anno a Stancampiano intorno alle ore 10 e si iniziava con la rimonda  erano alberelli piccoli piantumati sulla roccia dopo aver fatto un buco avendo sparato le mine ed avendo riempito di terra prelevata dal viottolo di stancampiano o trasportata con il carretto dagli scavi di sbancamento che venivano fatti nel paese per costruire le case . I tempi della rimonda: per eseguire la rimonda in un limoneto occorrevano 4 giorni a tumolo, pertanto la rimonda in contrada Gattarello a me ed a mio padre portava 4 giorni, da considerare anche che per la rimonda era bandito il seghetto perchè il taglio della lama surriscaldata dal taglio bruciava la linfa con gravi danni per rimarginare la ferita e pertanto il vero arrumunnaturi era quello che sapeva usare la runca  e tutti i tagli grossi venivano effettuati con la runca per i motivi sopracitati. Il limoneto di contrada gattarello è posizionato nelle "zerfine" (terrazzamenti) e per i lavori bisognava prestare maggiore attenzione per evitare di cadere da una Zarfina all'altra, soprattutto    per le persone anziane. Terminata la rimonda e la rascata di prima della ruspigghiata in contrada gattarello rimaneva l'ultimo agrumeto in contrada Serradifalco che contrariamente alle dicerie che attribuivano margignu d'inverno  e cripazzi d'estate, avendo costruito i malbacani ed un piccolo pozzo di scolo tre munneddi di limoneto risultava altamente produttivo, basti pensare che in tre munneddi nel mese di maggio abbiamo raccolto 120 casse di limoni bianchetti per un totale di 3000 kg ed un ricioppo di verdelli di 70 casse nel mese di Agosto dopo le due vicinni, ossia altri 1750 kg ad un prezzo che l'incasso di Agosto ha superato di gran lunga la raccolta grossa di maggio.
Dopo la rimonda e la ngrizzata, un giorno prima della ruspigghiata, si buttava il concime complesso tipo 20 10 10 oppure  12 12 12      nell' ordine di 100 kg a tumolo.  
Dall'età di sei anni fino all'età di 36 anni ho lavorato fianco a fianco con mio padre fino al 18 settembre del 1992, quando stavamo dando la 4° vicienna dopo la ruspiggiata in contrada Cannita Fiume terreno di proprietà di mia madre ereditato dal padre, in quella occasione mio padre si è sentito male gli si è oscurata la vista e poi si è ripreso questo mi riferiva al termine della abbivirata, l'ho accompagno dal medico di famiglia per un controllo, non viene riscontrato nulla l'ho porto a casa, mia madre prepara un piatto di pasta e mentre si accingeva a mangiare una trombosi lo paralizza in meta corpo, come al solito i medici del pronto soccorso non capiscono nulla e me lo fanno portare a casa, telefono al medico di famiglia per una visita domiciliare e come al solito dopo continue chiamate, il pomeriggio, la sera decido di portarlo al pronto soccorso del civico, dal pronto soccorso lo mandano in cardiologia e dopo una visita lo mandano a casa, ritelefono al medico di famiglia sia la sera che la mattina del 19 settembre, la moglie del medico mi riferisce che il marito è fuori per visite  vado a casa e alle 13,30 nell'ora di pranzo una trombosi lo spegne.
Il testamento di mio padre
Il 17 dicembre del 1991,  alle due di notte ricevo una telefonata, è mia madre che mi comunica che mio padre sta male ha difficoltà respiratorie, soprattutto quando si alza dal letto, mi precipito lo faccio salire in macchina e lo accompagno al pronto soccorso, facendolo distendere sul sedile, arrivati al pronto soccorso, viene diagnosticato un edema polmonare, viene applicata una flebo con diuretici e trasportato al civico  di Palermo, lo ricoverano per una settimana ,  dimesso dall'ospedale gli prescrivono una serie di farmaci in particolare diuretici per evitare la formazione di liquido nei polmoni, il giorno delle dimissioni mio padre chiede cosa poteva fare dopo, il medico riferisce : se Lei deve salire le scale anzichè salire tutto di un fiato, fa tre gradini e si ferma. La domanda fatta da mio padre era rivolta al pensiero di ritornare a lavorare in campagna. La prima domenica utile dopo il ricovero ospedaliero ci rechiamo ad Altavilla Milicia un uliveto di 16 alberi che aveva potato sempre mio padre da solo perchè in quei 30  anni di condivisione dei lavori agricoli, nel periodo invernale io ero impegnato a scuola, prima come studente dopo in qualità di insegnante, mio padre mi promuove capo-mastro affidandomi il compito di potare l'uliveto, prendo la motosega e con la tecnica imparata in 30 anni di esperienza in quattro ore poto i 16 alberi di ulivo buttando a terra circa  kg 2000 di legna, mio padre con la scala aveva pulito due alberi in 4 ore togliendo i cavigghiuna e separando tutti i rametti gli uni dagli altri, mi chiama e mi fa raccogliere la legna che Lui aveva tagliato e mi chiede quanto possa pesare quella legna ed io riferisco tre o quattro Kg, mio padre a quel punto mi dice : visto che tu hai poco tempo da dedicare alla campagna, la potatura è quella che tu hai fatto, quello che ho fatto io è una perdita di tempo ed infine dispiaciuto mi dice " ho lavorato tanto ma non ho avuto la stessa fortuna che hanno avuto i miei capi-mastri  che hanno insegnato l'arte della potatura a tante persone", ed io ribatto e tu pensi che io sono nessuno  e mio padre mi dice:" tu sei prufissuri ri scuola non prufissuri ri campagna".
Queste parole dette da mio padre nove mesi prima dal suo decesso, mi hanno lasciato un pensiero fisso che è quello di onorare il suo testamento orale : di insegnare al maggior numero di persone l'arte della potatura, in che modo, visto che la mia attività principale è l'insegnamento di Economia Aziendale in un istituto tecnico commerciale, creando un video dove viene spiegato passo dopo passo l'arte della potatura. Il potatore può essere paragonato ad un botanico che legge le esigenze delle piante e sa come intervenire per farle rinascere. E la rinascita del limone io la vedo nella formazione dei giovani e il video prodotto può essere il primo passo per insegnare ai giovani che adesso sono legati alle nuove tecnologie. Un prodotto audio-visivo che possono vedere ed ascoltare quando vogliono possono sostituire benissimo i miei 30 anni di lavoro fatti  fianco a fianco con mio padre.    
 Progetto di cultura d'impresa
Il progetto, agganciandosi allo studio di materie d’indirizzo, vuole promuovere la cultura d’impresa rilevando che l’impresa florovivaistica sul territorio palermitano è poco fiorente rispetto alle altre province siciliane.
Domenica 5 Dicembre 2010, in occasione della giornata dedicata al “Festival dei Sapori “, con la collaborazione del Comune, che ha predisposto uno spazio per lo stand in Piazza Matrice, i docenti e gli studenti dell’ITC  del corso C  hanno potuto esporre alla cittadinanza e ai turisti i contenuti del progetto.
Su un banchetto i ragazzi riempivano due vasetti per volta di terra fresca in cui vanno piantati i semi di arance amare che sono un po’ il simbolo della nostra terra. Questo agrume, portato in Sicilia dagli Arabi nel Medioevo, ebbe una ampia diffusione grazie al clima ed alla terra fertile della nostra isola. Successivamente, l’innesto delle piante di limone, di arance dolci e sanguinelle, e di mandarini ha determinato  la diffusione della produzione di agrumi come tutti sappiamo. Purtroppo la speculazione edilizia ha poi sottratto spazio alla terra per lo scempio di una urbanizzazione violenta e senza regole.
La presentazione del progetto può essere vista collegandosi a : teleone.it archivio trasmissione del 07/12/2010 al minuto 13.
Secondo capitolo
U Zappuni avi i corna ( evoluzione del modello irriguo arabo)
All'età di sei anni mio padre mi portava, tutti giovedì e le domeniche a fare il "Conso di Marzo", perchè il giovedì e la domenica e non gli altri giorni, erano i due giorni liberi che avevo perchè nella scuola che frequentavo il giovedì era giorno libero mentre negli altri giorni si usciva alle 15,00 tranne il sabato alle ore 12,30.
Mio padre esaltava le qualità lavorative di mio nonno raccontandomi la storia di mio nonno. Mio nonno era figlio di un bracciante che aveva avuto l'assegnazione in enfiteusi di un terreno in contrada Accia appartenente al Monastero di Santa Cita, in seguito alla legge Corleo.  In quel terreno hanno impiantato un vigneto con arnese detto "virrina" , ossia un palo di ferro del peso di 15 kg sostenuto da un manico di legno a due impugnature, mio nonno era esperto in tutte le operazioni relative al vigneto: potatura, innesti, potatura verde, liari impupari, incannari etc., ma il suo vanto era nel conso di marzo in quanto a Bagheria non vi era persona che riusciva a superarlo, tale esaltazione mi portava a fare sempre meglio il mio Conso di Marzo al punto che all'età di 9 anni si era sparsa voce in contrada Accia che mi portavo il pilare come mio padre mentre all'età di 14 anni zappavo il doppio di mio padre ed proprio in quella occasione che mio padre mi dona la Zappa di mio nonno dicendomi che solo io potevo lavorare con quella zappa e solo con quella zappa si riesce a fare il doppio lavoro quando è accompagnata da due buone braccie.

domenica 12 febbraio 2012

Raduno raccolta verdura spontanea

Domenica, 19/02/2012 alle ore 10,00 vi sarà il secondo raduno per la raccolta di verdura spontanea ( giri e cavoliceddi) visto il successo del primo raduno. Prenotatevi, perchè il raduno sarà per le prime dieci persone.

Florovivaismo ficarazzese

Prenotate le piante aromatiche : Salvia, rosmarino, alloro, menta, origano, basilico, capperi
Piante  tapezzante : pervinca 
Azienda pilota del florovivaismo ficarazzese

martedì 27 dicembre 2011

Progettazione del caso Impresa individuale “Fiori e piante”

FASE ATTIVITÀ DEL DOCENTE
1 Individuazione dell’obiettivo
didattico
Individuare e selezionare le fonti di finanziamento più opportune per realizzare determinati investimenti.
2 Individuazione
dell’argomento
Ricercare le fonti di finanziamento più adeguate per realizzare determinati investimenti.
3 Descrizione del caso Antonio Carpi è titolare della impresa individuale “Fiori e piante” che persegue come obiettivo gestionale la vendita
di fiori e piante e l’offerta di servizi per la manutenzione di giardini e terrazzi. Collaborano con il sig. Antonio:
la moglie Maria che cura il contatto con la clientela e gestisce la cassa; il sig. Vincenzo che aiuta Antonio nel
trasporto dei prodotti e nei servizi di manutenzione. Il locale in cui è svolta l’attività aziendale si affaccia sulla via
principale della città e dispone di un magazzino per la conservazione delle merci. Il sig. Antonio utilizza inoltre
una serra con annesso locale per riporre le attrezzature, situata nella periferia della città. L’attività commerciale
e i servizi offerti alla clientela hanno dato risultati positivi per cui il sig. Antonio decide di ristrutturare il negozio,
acquistare un secondo furgone per il trasporto delle merci e ampliare la serra. Intende, inoltre, realizzare una
serie di iniziative pubblicitarie per attirare nuova clientela. Per effettuare l’investimento prevede un fabbisogno
finanziario di 200.000 euro.
4 Formulazione delle domande
e organizzazione della
discussione
Quali forme di finanziamento può utilizzare il sig. Antonio per realizzare gli investimenti?
5 Verifica Test per verificare il raggiungimento degli obiettivi e la validità del metodo didattico utilizzato.
Progettazione del caso Gestione dei servizi finanziari per il secondo biennio.
FASE ATTIVITÀ DEL DOCENTE
1 Individuazione dell’obiettivo
didattico
Utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite sugli strumenti finanziari per scegliere quelli rispondenti a particolari
esigenze della clientela.
2 Individuazione dell’argomento Scegliere gli strumenti finanziari più idonei per rispondere a specifiche esigenze.
3 Descrizione del caso Al sig. Mario Favilli, promotore finanziario, si presenta Alberto Manca per chiedere la progettazione del proprio
portafoglio di investimento. La famiglia Manca è composta dal padre, dalla madre e da due figli minorenni
studenti; dispone di un reddito mensile familiare di 3.800 euro, un appartamento di proprietà valutato
280.000 euro e un patrimonio da investire di 400.000 euro. La famiglia Manca presenta un profilo di rischio
bilanciato/dinamico.
4 Formulazione delle domande
e organizzazione della
discussione
1. Quali sono le variabili che il promotore Favilli deve prendere in considerazione nella progettazione di un
portafoglio di investimento?
2. Quali sono gli strumenti finanziari proposti dal promotore alla famiglia Manca? Specificare la percentuale,
l’origine, la scadenza, il grado di rischio e la redditività dei diversi strumenti finanziari.
5 Verifica Test per verificare il raggiungimento degli obiettivi e la validità del metodo didattico utilizzato

Finanziamenti alle imprese agricole

Fonti di finanziamento. Come nelle altre categorie
di imprese, anche in quelle che svolgono attività di produzione
agricola, forestale e zootecnica la fonte dei mezzi
finanziari può essere duplice. Infatti i mezzi finanziari
possono provenire:
a. dal capitale proprio, che viene remunerato con
gli utili conseguiti, è esposto pienamente al rischio
d’impresa e non prevede il rimborso a scadenza. I finanziamenti di capitale proprio possono avere la
natura di capitali di apporto, se sono stati conferiti al
momento della costituzione dell’azienda agricola o
in tempi successivi, oppure di capitali di risparmio,
se sono il risultato dell’autofinanziamento attuato
reinvestendo nell’azienda agricola gli utili conseguiti
con la gestione;
b. dal capitale di debito, che è fornito dalle banche o
da altri finanziatori. Il capitale di debito deve essere
rimborsato alla scadenza stabilita, deve essere remunerato
con un interesse ed è esposto al rischio d’impresa
in misura inferiore al capitale proprio perché in
caso di dissesto dell’azienda i creditori devono essere
rimborsati prima del titolare e dei soci.
La natura e il volume dei finanziamenti che occorrono
alle imprese che svolgono attività di produzione agricola,
forestale e zootecnica sono originati dalle acquisizioni
del capitale fondiario (nuda terra e miglioramenti in essa
apportati per accrescerne le potenzialità produttive) e degli
altri fattori produttivi da utilizzare per la conduzione
aziendale (macchine e attrezzature, lavoro umano, bestiame,
fertilizzanti, sementi, mangimi ecc.). Inoltre, i finanziamenti
necessari all’impresa dipendono dall’andamento
dell’annata agraria, che può essere più o meno favorevole
alle produzioni, è esposta alle avversità atmosferiche e
può talvolta subire eventi calamitosi.
Finanziamenti bancari agli agricoltori.
Si è già detto che i prestiti bancari al settore agricolo rappresentano
il “capitale di debito” e si caratterizzano per
essere finanziamenti di scopo, in quanto la loro destinazione
condiziona la durata, le condizioni e le modalità dei
prestiti stessi. Si tratta di prestiti di vario tipo che vengono
concessi dalle banche per soddisfare le esigenze finanziarie
di agricoltori singoli o associati, di allevatori di bestiame,
di imprese agroalimentari e agrituristiche, di viticoltori
e di altre aziende che operano nel settore agricolo e nelle
attività connesse.
Le forme tecniche di finanziamento che le diverse banche
propongono alle imprese del settore agricolo sono
progettate in modo molto vario, per soddisfare ogni tipo
di necessità delle singole imprese. In base alla loro durata
si possono distinguere in prestiti a breve termine, che servono
a garantire la temporanea liquidità che occorre per la
conduzione aziendale, in prestiti a medio termine, che consentono
di attuare uno sviluppo strutturale dell’azienda, e
in prestiti a lungo termine, che permettono di realizzare
opere di miglioramento del capitale fondiario e di accrescere
o potenziare gli altri beni immobili rurali che servono
per esercitare l’attività agricola e le attività connesse.
La classificazione tradizionale del credito agrario distingue
il “credito d’esercizio” dal “credito di miglioramento”.
Il credito agrario di esercizio ha la caratteristica della
breve scadenza, poiché è costituito da prestiti rivolti a finanziare
investimenti a ciclo annuale (pagamenti di salari,
acquisti di sementi, mangimi, fertilizzanti, antiparassitari
ecc.) e hanno lo scopo di fronteggiare le spese di gestione
dell’impresa agricola. Questi prestiti bancari sono anche
chiamati “prestiti di conduzione” e hanno carattere produttivo
in quanto sono rivolti all’attuazione del processo
di produzione tipico dell’impresa agraria. Fanno però
parte del credito di esercizio anche i prestiti con carattere
commerciale, il cui scopo è quello di permettere all’impresa
agraria di rimandare lo smercio dei prodotti ottenuti
in modo da effettuarne la vendita nel momento più conveniente
e realizzare ricavi più elevati.
Il credito agrario di miglioramento ha la caratteristica
di presentare una durata estesa a più anni ed è quindi destinato
a finanziare investimenti a medio o lungo termine.
Questi investimenti consistono nell’acquisto di terreni (che
sono il fattore produttivo fondamentale e caratteristico
dell’impresa agricola), nella realizzazione o nella ristrutturazione
di beni immobili rurali (sale di mungitura, serre,
stalle ecc.), in opere di accrescimento o rinnovamento del
fondo (piantagioni, rimboschimenti, lavori di irrigazione o
bonifica ecc.) e, in genere, in acquisti di fattori produttivi
a utilizzazione pluriennale (macchine, attrezzature, bestiame
ecc.) effettuati per realizzare un miglioramento stabile
dell’azienda.
Il ricorso alle banche rappresenta la soluzione più praticata
dalle imprese agricole per ottenere i finanziamenti di
esercizio e di miglioramento. Le condizioni che le banche
riservano alle imprese agricole sono talvolta più lievi
di quelle applicate alle altre categorie di imprese. Infatti
diverse norme europee, nazionali e regionali di politica
economica hanno previsto in certi periodi di tempo degli
incentivi per i finanziamenti all’agricoltura. Tali incentivi
consistono in condizioni più favorevoli rispetto a quelle
normalmente praticate nelle ordinarie concessioni di credito.
La normativa di favore ha consentito inoltre alle imprese
agricole di accedere a contributi stabiliti nel quadro
della Politica Agricola Comunitaria (premi PAC) e a varie
altre agevolazioni.
Il finanziamento agevolato all’agricoltura tende all’ammodernamento
e al potenziamento delle strutture agricole
e a determinare il miglioramento delle condizioni di produzione,
di lavoro e di reddito. Tutte le banche possono
erogare finanziamenti previsti dalle vigenti leggi di agevolazione,
purché siano regolati da contratto con l’amministrazione
pubblica competente; i contratti stipulati tra
l’amministrazione pubblica e le banche, da questa prescelte
disciplinano l’assegnazione e la gestione dei fondi
pubblici di agevolazione creditizia.
Il finanziamento agevolato alle imprese agricole viene solitamente
attuato attraverso le Regioni con la concessione di mutui, facilitati nelle condizioni di rimborso (durata e
periodo di preammortamento), con un concorso nel pagamento
degli interessi e anche con contributi in conto capitale
per l’incremento della produzione bovina e ovina.
La legislazione in materia, che è piuttosto complessa, ha
previsto persino l’assunzione temporanea di partecipazioni
di minoranza nel capitale delle società agricole da parte
dell’ISA (Istituto Sviluppo Agroalimentare).
È comunque importante sottolineare che le norme sul credito
agevolato legano il suo utilizzo allo scopo per il quale
i finanziamenti vengono concessi, per impedire che vengano
utilizzati dall’impresa agricola per scopi diversi.
Forme tecniche di prestito. Le banche propongono
alle imprese che svolgono attività di produzione
agricola, forestale e zootecnica un’ampia gamma di forme
tecniche di prestito, variamente denominate, appositamente
studiate per pianificare e soddisfare ogni possibile esigenza
finanziaria.
Le forme tecniche di prestito sono molto differenziate.
Esse spaziano dai prestiti a breve termine, che servono a
coprire le esigenze del ciclo produttivo e permettono di
garantire la necessaria liquidità all’azienda (credito di
esercizio), ai prestiti a medio e lungo termine, che sono
finalizzati a promuovere l’innovazione e lo sviluppo strutturale
attraverso programmi di investimento (credito di
miglioramento).
La concessione di finanziamenti di credito agrario da parte
di banche può essere garantita da privilegio speciale su
beni mobili, comunque destinati all’esercizio dell’impresa,
non iscritti nei pubblici registri (impianti, beni strumentali,
prodotti, bestiame ecc.). Il privilegio deve risultare
da un atto scritto, indicante esattamente i beni sui quali
il privilegio viene costituito, che deve essere trascritto in
apposito registro tenuto presso la cancelleria del tribunale.
Con i fogli illustrativi analitici prescritti dalle norme sulla
trasparenza e mediante gli stampati promozionali e i cartoncini
pieghevoli (dépliant) realizzati dal servizio marketing
e comunicazione ogni banca espone le caratteristiche,
i vantaggi e le condizioni delle forme tecniche di prestito
che ha realizzato per il settore agricolo. Queste forme tecniche
di prestito offerte alla clientela rurale sono indicate
dalle diverse banche con denominazioni scelte per suscitare
interesse, conquistare fiducia ed esprimere sinteticamente
la loro funzione.
Per il credito agrario di esercizio sono esempi di forme
tecniche di finanziamento bancario il prestito di conduzione
(per la copertura delle spese di gestione corrente) e il
flexicredito agricolo (apertura di credito che consente di
ripristinare l’importo a disposizione attraverso successivi
versamenti).
Per il credito agrario di miglioramento sono esempi di
forme tecniche di finanziamento bancario il prestito di
dotazione (per l’acquisto di macchinari o capi di bestiame),
il prestito riequilibrio agricoltura (per razionalizzare
la posizione debitoria dell’impresa agricola sostituendo i
finanziamenti già ottenuti o per ricostituire le scorte danneggiate
da calamità naturali), il finanziamento piano di
sviluppo rurale (per la sistemazione di terreni agricoli e
la ristrutturazione di fabbricati rurali), e il mutuo agrario
ipotecario (per l’acquisto di aziende agricole, di terreni o
di mezzi di produzione durevoli). Alcune banche concedono
anche finanziamenti agrari assistiti da covenants, che
sono clausole contrattuali che impegnano l’impresa cliente
a rispettare particolari vincoli di bilancio che servono a
monitorare l’andamento aziendale (il mancato rispetto dei
vincoli stabiliti in contratto comporta la maggiorazione
del tasso di interesse del finanziamento).
Le soluzioni di finanziamento bancario per i prestiti a breve
termine di conduzione (durata da 3 a 12 mesi) e per i
prestiti a medio termine di dotazione (durata fino a 5 anni)
vengono realizzate in prevalenza contro rilascio di una o
più cambiali agrarie garantite dai prodotti dell’azienda e
dai beni strumentali acquistati con il loro importo.
Le soluzioni di finanziamento bancario per i prestiti a
medio/lungo termine, destinati a coprire le esigenze che
derivano da programmi di investimento che comportano
un pesante impegno, vengono realizzate in prevalenza mediante
mutui agrari (durata fino a 20 anni, o anche fino a
30 anni per gli agricoltori under 40).
Cambiale agraria. La cambiale agraria è un titolo
di credito emesso per le operazioni di finanziamento
attinenti all’esercizio dell’impresa agricola o al suo miglioramento.
è soggetta all’imposta di bollo nella misura
dello 0,01% dell’importo ed è equiparata dalla legge alla
cambiale ordinaria (pagherò).
Sulla cambiale agraria devono essere indicati lo scopo del
prestito, il terreno agricolo per il quale il prestito è concesso
o il luogo in cui si trovano le macchine, gli attrezzi o
il bestiame da acquistare e le eventuali garanzie personali
(avallo) o reali (esclusa ipoteca) dalle quali il prestito è
assistito.
La cambiale viene firmata dal cliente che riceve il prestito
(emittente) a favore della banca che concede il finanziamento
(beneficiaria); quest’ultima procede all’operazione
di sconto di cambiale agraria accreditando l’importo
della cambiale nel conto corrente del cliente e addebitando
nello stesso conto corrente gli interessi al tasso pattuito
calcolati per tutta la durata della cambiale aumentata di alcuni
“giorni banca” (variano da banca a banca, tra 5 e 15).
Trattandosi di un tasso fisso, l’operazione di sconto diza dell’effetto (che di solito è compresa tra un mese e un anno dalla data di emissione).
Alla scadenza della cambiale agraria il cliente potrà:
a. estinguere il suo debito, versando alla banca una
somma pari all’intero importo della cambiale;
b. decurtare il suo debito, versando alla banca una parte
della somma ricevuta in prestito ed emettendo una
nuova cambiale agraria di importo ridotto rispetto
alla precedente (in questo caso la banca addebita nel
conto corrente del cliente gli interessi sull’importo
della nuova cambiale, calcolati al nuovo tasso in vigore
per i giorni di durata della proroga aumentata
dai “giorni banca”);
c. prorogare l’intero debito, emettendo una nuova cambiale
di importo pari a quella iniziale (in questo caso
la banca addebita nel conto corrente del cliente gli
interessi sull’intero importo, calcolati al nuovo tasso
in vigore per i giorni di durata della nuova cambiale
aumentata dai “giorni banca”).
Le banche consentono anche l’estinzione anticipata, totale
o parziale, addebitando una commissione calcolata sul
capitale rimborsato.
Mutuo agrario. I programmi di investimento delle
imprese agricole, riguardanti l’acquisto di intere aziende,
di terreni o di durevoli mezzi di produzione oppure la costruzione
e il rinnovamento di beni strumentali all’attività
rurale, sono finanziabili dalle banche per importi che possono
arrivare sino al 100% degli investimenti documentati
(IVA esclusa).
Per quanto riguarda le garanzie, la banca, dopo aver valutato
il merito creditizio del cliente, può richiedere garanzie
reali (ipoteca) o personali (fideiussione). In caso di ipoteca
il cliente ha l’obbligo di assicurare contro i danni causati
da incendio, scoppio e fulmine, per l’intera durata del
finanziamento, il bene immobile su cui è iscritta l’ipoteca.
La durata dei finanziamenti bancari per i programmi di investimento
in agricoltura può giungere sino a un massimo
di 30 anni. In caso di opere che richiedano lunghi tempi di
realizzazione, viene stipulato un contratto preliminare e
l’imprenditore agricolo può ottenere dalla banca delle anticipazioni
in conto finanziamento, documentando lo stato
di avanzamento degli investimenti effettuati.
Il costo del finanziamento può prevedere il pagamento
di interessi calcolati a tasso fisso per l’intera durata del
prestito oppure l’applicazione di un tasso variabile. Per le
operazioni a tasso fisso, il riferimento di mercato è spesso
l’IRS (Interest Rate Swap) maggiorato da uno spread
che costituisce il ricarico che la banca aggiunge al tasso
base. Per le operazioni a tasso variabile il parametro di
indicizzazione, pure maggiorato da uno spread, è di solito
l’Euribor (EURo Inter Bank Offered Rate) che è il tasso
medio calcolato giornalmente sulle transazioni in euro fra
le principali banche europee.
Per quanto attiene le modalità di rimborso del mutuo agrario,
i contratti bancari possono prevedere un periodo iniziale
di preammortamento, che di solito non può superare
quattro anni, durante il quale l’impresa finanziata versa
alla banca solo gli interessi maturati sull’importo del prestito.
Terminato l’eventuale periodo di preammortamento,
il rimborso del mutuo avviene mediante il pagamento
di rate, che generalmente hanno cadenza semestrale (ma
possono anche essere mensili, trimestrali o annuali a scelta
del cliente) e che devono essere coerenti con la capacità
dell’impresa finanziata di produrre i flussi di cassa che occorrono
per il loro pagamento.
Ogni rata di rimborso del mutuo comprende una quota di
capitale e una quota di interessi. L’importo delle rate viene
calcolato in base a un piano di ammortamento, che può
essere francese o italiano.
Il piano di ammortamento più diffuso per il rimborso dei
mutui è quello francese, a rate costanti formate da una
quota di capitale crescente e da una quota di interessi decrescente
(le prime rate comprendono soprattutto interessi;
con il passare del tempo il capitale viene gradualmente
restituito e la quota di interessi diminuisce mentre aumenta
la quota di capitale). Meno diffuso è il piano di ammortamento
italiano, a rate decrescenti, con quote di capitale
sempre uguali per tutto il periodo di ammortamento e quote
di interessi che diminuiscono per effetto del graduale
rimborso del capitale.
Anche per i mutui le banche consentono l’estinzione anticipata,
totale o parziale, addebitando una commissione
calcolata sul capitale rimborsato.
cambiale agraria origina per il cliente il rischio di non
poter beneficiare di eventuali diminuzioni del livello di
tassi che potrebbero verificarsi sul mercato dei capitali
tra il giorno di erogazione del finanziamento e la scadenza dell’effetto (che di solito è compresa tra un mese e un
anno dalla data di emissione).
Alla scadenza della cambiale agraria il cliente potrà:
a. estinguere il suo debito, versando alla banca una
somma pari all’intero importo della cambiale;
b. decurtare il suo debito, versando alla banca una parte
della somma ricevuta in prestito ed emettendo una
nuova cambiale agraria di importo ridotto rispetto
alla precedente (in questo caso la banca addebita nel
conto corrente del cliente gli interessi sull’importo
della nuova cambiale, calcolati al nuovo tasso in vigore
per i giorni di durata della proroga aumentata
dai “giorni banca”);
c. prorogare l’intero debito, emettendo una nuova cambiale
di importo pari a quella iniziale (in questo caso
la banca addebita nel conto corrente del cliente gli
interessi sull’intero importo, calcolati al nuovo tasso
in vigore per i giorni di durata della nuova cambiale
aumentata dai “giorni banca”).
Le banche consentono anche l’estinzione anticipata, totale
o parziale, addebitando una commissione calcolata sul
capitale rimborsato.
Mutuo agrario. I programmi di investimento delle
imprese agricole, riguardanti l’acquisto di intere aziende,
di terreni o di durevoli mezzi di produzione oppure la costruzione
e il rinnovamento di beni strumentali all’attività
rurale, sono finanziabili dalle banche per importi che possono
arrivare sino al 100% degli investimenti documentati
(IVA esclusa).
Per quanto riguarda le garanzie, la banca, dopo aver valutato
il merito creditizio del cliente, può richiedere garanzie
reali (ipoteca) o personali (fideiussione). In caso di ipoteca
il cliente ha l’obbligo di assicurare contro i danni causati
da incendio, scoppio e fulmine, per l’intera durata del
finanziamento, il bene immobile su cui è iscritta l’ipoteca.
La durata dei finanziamenti bancari per i programmi di investimento
in agricoltura può giungere sino a un massimo
di 30 anni. In caso di opere che richiedano lunghi tempi di
realizzazione, viene stipulato un contratto preliminare e
l’imprenditore agricolo può ottenere dalla banca delle anticipazioni
in conto finanziamento, documentando lo stato
di avanzamento degli investimenti effettuati.
Il costo del finanziamento può prevedere il pagamento
di interessi calcolati a tasso fisso per l’intera durata del
prestito oppure l’applicazione di un tasso variabile. Per le
operazioni a tasso fisso, il riferimento di mercato è spesso
l’IRS (Interest Rate Swap) maggiorato da uno spread
che costituisce il ricarico che la banca aggiunge al tasso
base. Per le operazioni a tasso variabile il parametro di
indicizzazione, pure maggiorato da uno spread, è di solito
l’Euribor (EURo Inter Bank Offered Rate) che è il tasso
medio calcolato giornalmente sulle transazioni in euro fra
le principali banche europee.
Per quanto attiene le modalità di rimborso del mutuo agrario,
i contratti bancari possono prevedere un periodo iniziale
di preammortamento, che di solito non può superare
quattro anni, durante il quale l’impresa finanziata versa
alla banca solo gli interessi maturati sull’importo del prestito.
Terminato l’eventuale periodo di preammortamento,
il rimborso del mutuo avviene mediante il pagamento
di rate, che generalmente hanno cadenza semestrale (ma
possono anche essere mensili, trimestrali o annuali a scelta
del cliente) e che devono essere coerenti con la capacità
dell’impresa finanziata di produrre i flussi di cassa che occorrono
per il loro pagamento.
Ogni rata di rimborso del mutuo comprende una quota di
capitale e una quota di interessi. L’importo delle rate viene
calcolato in base a un piano di ammortamento, che può
essere francese o italiano.
Il piano di ammortamento più diffuso per il rimborso dei
mutui è quello francese, a rate costanti formate da una
quota di capitale crescente e da una quota di interessi decrescente
(le prime rate comprendono soprattutto interessi;
con il passare del tempo il capitale viene gradualmente
restituito e la quota di interessi diminuisce mentre aumenta
la quota di capitale). Meno diffuso è il piano di ammortamento
italiano, a rate decrescenti, con quote di capitale
sempre uguali per tutto il periodo di ammortamento e quote
di interessi che diminuiscono per effetto del graduale
rimborso del capitale.
Anche per i mutui le banche consentono l’estinzione anticipata,
totale o parziale, addebitando una commissione
calcolata sul capitale rimborsato.

impresa agricola

La categoria delle imprese agricole rientra tra le varietà delle forme economiche
che gli studenti devono conoscere e analizzare attraverso lo studio
dell’Economia aziendale. Queste imprese sono trascurate dai libri di testo,
che dedicano maggiore attenzione alle imprese industriali, bancarie, commerciali
e di servizi. È invece necessario dare il giusto rilievo anche ai sistemi
aziendali operanti nel settore agricolo, dai quali dipende la produzione di
materie prime e prodotti indispensabili per le successive attività economiche
di trasformazione industriale, di commercio e di consumo.
Le gestioni agricole. L’attività delle imprese agricole
ha per oggetto la coltivazione dei terreni, la selvicoltura,
l’allevamento degli animali e le “attività connesse”.
Queste ultime sono strettamente legate al lavoro rurale e
consistono in manipolazione, conservazione, trasformazione,
commercializzazione e valorizzazione dei prodotti ottenuti
dalla coltivazione del terreno agrario, o dal bosco o
dall’allevamento di animali.
I terreni destinati alle attività agricole, forestali e zootecniche
occupano la maggior parte del territorio italiano e svolgono
un ruolo fondamentale nel determinare l’andamento
economico nazionale, la situazione dell’ambiente naturale e
l’aspetto del paesaggio.
Le attività rurali fanno parte del “settore primario” del sistema
produttivo. In esse si è manifestata, nel corso del tempo, una
diminuzione della popolazione attiva, sia per lo svilupparsi
delle attività dei settori “secondario” (industria e artigianato),
“terziario “ (commercio e servizi) e “terziario avanzato” (informatica,
telecomunicazioni, marketing) sia per la progressiva
introduzione della meccanizzazione agricola che allevia la fatica
fisica delle persone ma richiede un minor numero di addetti.
Considerando le diverse forme di conduzione dell’attività
rurale, le imprese agricole possono dividersi in tre gruppi,
a seconda che l’azienda venga gestita direttamente dal proprietario,
dall’affittuario o dal mezzadro.
I due primi gruppi possono a loro volta distinguersi in due
sottogruppi, a seconda che siano a gestione familiare (se il
proprietario o l’affittuario e le loro famiglie svolgono lavoro
manuale nell’azienda) oppure a gestione capitalistica (se
l’imprenditore e i suoi familiari non svolgono in azienda
lavoro manuale).
Il terzo gruppo è rappresentato dalle aziende a gestione
mezzadrile, nelle quali, come si intuisce dalla denominazione,
che in origine significava “dividere a metà”, il proprietario
del podere (concedente) e chi lo conduce e lo coltiva
(mezzadro) si dividono i prodotti e gli utili.
Imprese agroalimentari e agrituristiche.

Nella vasta e diversificata categoria delle imprese agricole
rientrano le imprese agroalimentari. Esse realizzano
prodotti tipici e di qualità, destinati all’alimentazione delle
persone, che esprimono le caratteristiche specifiche di una
determinata zona del territorio.
I prodotti tipici delle imprese agroalimentari possono essere
regolamentati oppure non regolamentati. I primi vengono
identificati con dei marchi collettivi (DOP = denominazione
di origine protetta; IGP = indicazione geografica
protetta) che distinguono i prodotti ottenuti da aziende
che operano in certe condizioni ambientali, produttive e
storiche e che volontariamente accettano di sottostare a
un sistema di controllo svolto da organismi indipendenti.
I secondi presentano solo i caratteri legati alla tradizione
dell’area geografica in cui vengono prodotti e da cui provengono.
Le imprese agroalimentari operano in molti casi nel campo
del turismo enogastronomico, realizzando svariate iniziative
fieristico-promozionali. I loro processi produttivi
comportano talvolta molte operazioni di manipolazione e
trasformazione, per cui possono attribuire loro i connotati
di imprese agro-industriali. Sono anche numerose le
imprese agroalimentari che si dedicano all’agricoltura
biologica, che si basa su processi ecologici e di riciclo
svolti in modo prudente e responsabile con l’obiettivo sia
di proteggere la salute e il benessere della comunità sia
di non avere effetti negativi sull’ambiente. L’evoluzione
dell’attività agroalimentare rispecchia l’attuale comportamento
dei consumatori, che si dimostrano molto sensibili
alle caratteristiche naturali dei prodotti e alle garanzie di
qualità, tipicità e certificazione di origine.
Tra le imprese agroalimentari rientrano le imprese agrituristiche,
le cui attività consistono nel somministrare cibi
e bevande di propria produzione prevalente o di aziende
agricole della zona, nell’ospitare i clienti in alloggi o in
spazi per campeggiatori e nell’organizzare sia degustazioni
di prodotti aziendali sia attività ricreative, culturali, didattiche,
escursionistiche e sportive (percorsi naturalistici,
equitazione, uso di mountain bike, tiri con l’arco ecc.).

giovedì 15 dicembre 2011

CORSO DI POTATURA

Domenica 18 Dicembre 2011 inizierà il corso teorico-pratico di potatura in Contrada Accia.

La prima lezione riguarderà gli aspetti teorici della potatura ed in particolare saranno date delle indcazioni sulla lettura del fabbisogno della pianta e modalità di intervento di potatura più o meno drastica; sempre nella stessa lezione saranno fatti alcuni esempi pratici di potatura.

Il costo del corso è di €10 ora a partecipante.

Per le iscrizione contattare il sottoscritto.

giovedì 1 dicembre 2011

RACCOLTA DI VERDURA SPONTANEA - DOMENICA 11 DICEMBRE 2011

Rivolto ai cittadini Bagheresi e dintorni, per la raccolta di verdura spontanea (bietola, cavulicieddi, borragine).

In data 11 dicembre 2011 sarà organizzata una giornata dedicata alla raccolta di verdure spontanee in contrada Accia.

I partecipanti devono dare conferma direttamente in questo sito [sui commenti].

La raccolta sarà effettuata direttamente dai partecipanti che porteranno a casa il raccolto, poichè molti agricoltori usano il diserbante la raccolta sarà fatta nei terreni del sottoscritto [Luigi Rizzo], che non utilizza fitofarmaci e diserbanti.

Il titolare farà una lezione introduttiva per il riconoscimento delle verdure spontanee.

-Il costo della partecipazione è di 5€- Il raduno è previsto alle ore 10.00 in piazza Madrice (Bagheria).


 

mercoledì 30 novembre 2011

I MESTIERI ANTICHI LEGATI AL MONDO CONTADINO

Potatore (Arrimunnaturi): l’arrimunnaturi rappresenta la persona più esperta nel campo agricolo, difatti è considerato come un botanico perché riesce a leggere il fabbisogno dell’albero apportando una potatura più o meno drastica a seconda della pianta che di volta in volta si presenta. La rimonda viene eseguita prima dell’arruspighiata ossia nel mese di giugno e consiste nel togliere i rami spicati, nel dividere i rami incravaccati, nel togliere i succhioni ed i cavigghiuna.

Sbraccamaturi: lo sbraccamaturi ha il compito di togliere la ramaglia dai rami. Questo lavoro viene svolto con la runca; i rami grossi detti braccami vengono utilizzati nelle cucine a legna, nei camini etc. mentre la ramaglia viene utilizzata nei forni a legna per camiare il forno.

Ammanucchiaturi: l’ammanucchiaturi mette la ramaglia a mazzetti, che poi vengono fasciati dallo stesso ammanucchiaturi secondo una tecnica particolare che consisteva nel mettere alla base un putri ossia un ramo più grosso nel mezzo la ramaglia più piccola e si chiude il mazzo con un altro putri; il peso di un mazzo di legna è di Kg 8.

Zappaturi: ‘U zappaturi viene considerato l’operaio meno specializzato nel campo agricolo, in quanto il lavoro è pesante e i contadini specializzati (vedi arrimunnaturi, cugghituri) di solito non effettuano questo lavoro, ma quest’attività richiede una certa praticità che consiste nel cambio della mano a seconda che la zappa è rivolta verso la furra sinistra o la furra destra. La furra e i vattali rappresentano le caselle di una pianta. Gli alberi in sesto rappresentano una ringhata, in ogni ringhata vi sono due furri e tanti vattali, a seconda di quanto sono le piante.

Innestatore (Insitaturi): mestiere qualificato svolto da contadini esperti nell’innesto delle piante. L’innesto dei limoni viene effettuato nel mese di maggio e nel mese di settembre con la tecnica a bacio su porta innesti di arance cartagine o amare.

Mietitore (Mitiaturi): i contadini bagheresi coltivavano il  frumento in contrada Accia, la semina frumento avveniva  nel mese di novembre e nel mese di giugno avveniva la mietitura con la falce secondo una tecnica particolare che consisteva nell’infilzare per prima la falce nelle spighe per poi abbatterle al di fuori della falce per poi tagliarle e metterli a covoni (iemmiti), che, poi,  venivano raccolti in fasci detti regni. I regni venivano trasportati nell’aia per la trebbiatura dove usciva fuori il grano e la paglia.

Coltivatore specializzato nelle colture senza acqua (Siccagnaru): famoso soprattutto per la coltivazione del pomodoro siccagnu. Tecnica particolare che consiste nell’arare in modo profondo (maisa) il terreno nei mesi estivi, per poi zapparlo nei mesi di settembre – ottobre con  il motozappa e nel zappare ogni settimana le piantine di pomodoro a partire dal mese di aprile. Con questa tecnica non occorre acqua di irrigazione in quanto la pianta utilizza l’acqua che con le continue zappature rimane sotto lo strato zappato.

martedì 22 novembre 2011

L'OLIO EXTRAVERGINE DI Ficarazzi

L'olio extravergine d'oliva di Ficarazzi  rientra nell'olio DOP Val di Mazara.
Olio Extra Vergine di Oliva prodotto esclusivamente con olive raccolte e frante nel suo territorio siciliano di origine, di prevalente varietà Biancolilla, Nocellara del Belice e Cerasuola. Le sue caratteristiche peculiari sono tali da meritarsi il riconoscimento della Denominazione d’Origine Protetta D.O.P. della CEE.
Il profumo intenso, il sapore vellutato, insieme alle note di pomodoro verde, rendono quest’olio particolarmente adatto per condire a crudo pesce e contorni di verdura.